18 mar 2017

E CROZZA SCOPRÌ IL GENIO DEGLI ITALIANI. MIRACOLO AL 64° FESTIVAL DI SANREMO

Tò, il signor Crozza ha scoperto che, dopotutto, gli italiani non sono un popolo da buttare via! Meglio tardi che mai? Si è vero, ma sarebbe stato auspicabile che a sciorinare un pò di numeri come ha fatto nella serata finale del brutto Sanremo di quest’anno, il signor Crozza ci avesse pensato qualche anno fa. Da guru, campione di ascolti, addirittura oracolo di tantissimi giovani che della nostra storia non sanno più nulla avrebbe potuto contribuire pesantemente a formare una visione dell’Italia meno triste e nichilista di quella propinataci dal regime attuale. Avrebbe potuto contribuire a restituire l’ottimismo di cui il nostro sistema culturale ed economico hanno maledettamente bisogno per tornare ad essere centrali se non altro per l’Italia.

Dopotutto è vero o no che il morale dalle nostre parti non è mai stato così basso e che la nostra autostima è pressoché scomparsa nel nulla della globalizzazione? E che il nostro sistema economico è repentinamente, e senz’alcun motivo reale, precipitato dalle primissime posizioni a livelli da terzo mondo? E che i nostri “rappresentanti politici” sembrano occuparsi esclusivamente della svendita delle nostre industrie ed infrastrutture e dell’annientamento del nostro patrimonio artistico e culturale? E, per finire, è vero o non è vero che viviamo nell’era delle cosiddette start-up, delle nuove opportunità imprenditoriali offerte dall’avvento delle nuove tecnologie e conseguentemente di nuovi stili di vita? Ecco proprio quelle che oggi vengono definite start-up sono da sempre la forza dirompente dell’imprenditoria del nostro paese che, come ci ha ricordato (ma troppo tardi) Maurizio Crozza in quel di Sanremo, è fatta di intuizioni geniali di cui noi, molto più degli altri, sembriamo essere i terminali predestinati. Ma perché ciò potesse essere ancora vero oggi sarebbe stato auspicabile non dico aiutare i talenti a sviluppare le proprie idee, cosa che fa sorridere al solo ipotizzarla, ma almeno non rompere quel flusso contagioso di genialità che durava da secoli, non inculcare nei giovani il complesso d’inferiorità che invece è stato loro inculcato dai nostri governanti, stampa, tv e dallo stesso sistema scolastico con un continuo, sottile, metodico lavaggio del cervello.

Assurdamente sentendo Crozza farsi bello dei primati italiani che elencava come fossero i suoi m’è venuta un pò di tristezza. Lui, non soltanto non è il titolare di nessuno di loro (e fin quì transeat) ma, per di più, fa parte di quel sistema che ha demolito l’Italia nel corso dell’ultimo decennio. Non l’avevo mai visto nè sentito inorgoglirsi della nostra storia prima ed il fatto che sia successo ieri sera, quand’era già troppo tardi, quando già i famosi cervelli erano fuggiti dal pollaio abbandonandoci al nostro destino di piccolo popolo sottomesso ai grandi popoli nordici ed anglosassoni (che – come ha sottolineato lui stesso – senza il nostro genio vivrebbero ancora nelle caverne) mi rattrista moltissimo. Meglio tardi che mai, si, ma meglio mai che troppo tardi e ieri, l’altro ieri o oggi è davvero TROPPO tardi, tanto da far assomigliare lo spettacolo di ieri sera ad un esercizio di stile o addirittura ad uno dileggio pesante, di quelli che ti lasciano con l’amaro in bocca.

Ma signor Maurizio Crozza, non non poteva dirle prima queste cose? Magari qualche anno fa avrebbero potuto sortire un effetto emulativo nello spirito dei giovani, oggi c’è troppa disperazione o, nel migliore dei casi, disillusione e lei, da persona intelligente, quale è, lo sa di sicuro.

Manfredi Beninati

PS: Di una cosa, però, sono orgoglioso: sentendolo alla radio non ho potuto fare a meno di pensare che il signor Crozza abbia visitato questo archivio che da tempo dedica tanto spazio a questi argomenti (Vedi il nostro Elenco delle Invenzioni e delle Scoperte).

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