19 mar 2017

INTERURBANA: LOS ANGELES

Urban magazine | "Interurbana: Al telefono con Manfredi Beninati" | di Francesca Felletti | 2009 | Los Angeles

Che cosa ami di L.A.?
I paesaggi visti dalle freeway e il ritmo lento della vita. È un mondo senza stress, messicano, dove non è possibile fare più di un paio di cose in una giornata date le distanze, ma si lavora benissimo. C’è tutto lo spazio fi sico e mentale per dedicarsi a quello che in città iper affollate non è facile fare.

Che cosa odi di L.A.?
Che sia a tante ore di volo dal resto del mondo “utile” e che sia tanto diffi cile riuscire a mangiare decentemente.


Com’è la tua casa?
Vivo in una villetta anni ’20 a Echo Park che la mia fi danzata Milena (Muzquiz, musicista cantante e performer dei Los Super Elegantes, n.d.r.) ha comprato poco prima che ci conoscessimo nel 2006. È una casa arts&craft su tre livelli tutta in legno, immersa in una macchia di verde lussureggiante che si arrampica su per la collina… insomma un piccolo paradiso! Il quartiere è misto: proletario ma anche un po’ chic. E c’è una popolosissima comunità di musicisti più o meno conosciuti nella zona che si ritrovano al Chango, un bar a tre minuti da casa mia.

Quanto conta la collina di Hollywood?
Cinema e musica sono i settori principali dell’economia cittadina: entrambi esercitano un’infl uenza enorme sul modo in cui L.A. si sviluppa. Per esempio, qui fi no a poco tempo fa si poteva ancora guidare parlando al cellulare e questo, pare, per consentire ad attori, registi e produttori di andare in giro facendo affari dalle loro auto scoperte!

È facile incontrare un divo?
Per la strada no, alle feste sì.

In che cosa sono diverse Palermo e la città degli angeli?
Palermo è un concentrato di arte, culture e storia, tre cose che a Los Angeles non esistono. Ed è bagnata dal mare più bello del mondo con cui la gente ha un rapporto di amicizia straordinario, mentre a L.A. l’oceano è vissuto quasi come un’entità estranea e minacciosa.

E per quello che riguarda il mondo dell’arte contemporanea?
Qui a L.A. è tutto più rilassato e provinciale. Incredibilmente, se si considera quanto grande, popolosa e conosciuta sia la città. A differenza di altri grandi centri, il collezionismo non gioca un ruolo così importante e anche i musei e le gallerie hanno un non so che di atipico. Per un artista è un luogo ideale per produrre, ma non per far carriera. D’altronde è una città di confi ne lontanissima fi sicamente e idealmente dai centri che contano. L’Italia è al centro del mondo dell’arte, geografi camente e culturalmente. Basti pensare all’enorme infl uenza che i nostri artisti hanno da sempre. Palermo, nonostante sia ai margini, è pur sempre nel centro del Mediterraneo, a due ore di volo dai luoghi che contano. Ed è sempre più una città di tendenza, dove si lavora abbastanza bene in termini di produzione.

Non capita tutti i giorni di essere invitato alla Biennale di Venezia. Che cosa presenti?
In realtà espongo contemporaneamente due affreschi gemelli alle Biennali di Venezia e di Praga. Il mio lavoro è fatto da un lungo processo di stratifi cazioni e cancellazioni, è una ricerca di ordine nel caos. Racconto me stesso, i miei ricordi fatti di continui e improvvisi viaggi senza una meta, di case stracolme di piante e di mobili: piccoli equilibri precari sia visivamente sia emotivamente, che se rotti si trasformano in qualcos’altro altrettanto interessante e affascinante.

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