Urban magazine | "Interurbana: Al telefono con Manfredi Beninati" | di Francesca Felletti | 2009 | Los Angeles
Che cosa ami di L.A.?
I paesaggi visti dalle freeway e il ritmo lento della
vita. È un mondo senza stress, messicano, dove non
è possibile fare più di un paio di cose in una giornata
date le distanze, ma si lavora benissimo. C’è tutto lo
spazio fi sico e mentale per dedicarsi a quello che in
città iper affollate non è facile fare.
Che cosa odi di L.A.?
Che sia a tante ore di volo dal resto del mondo
“utile” e che sia tanto diffi cile riuscire a mangiare
decentemente.
Com’è la tua casa?
Vivo in una villetta anni ’20 a Echo Park che la mia
fi danzata Milena (Muzquiz, musicista cantante e
performer dei Los Super Elegantes, n.d.r.) ha comprato
poco prima che ci conoscessimo nel 2006.
È una casa arts&craft su tre livelli tutta in legno,
immersa in una macchia di verde lussureggiante che
si arrampica su per la collina… insomma un piccolo
paradiso!
Il quartiere è misto: proletario ma anche un po’ chic.
E c’è una popolosissima comunità di musicisti più o
meno conosciuti nella zona che si ritrovano al Chango,
un bar a tre minuti da casa mia.
Quanto conta la collina di Hollywood?
Cinema e musica sono i settori principali dell’economia
cittadina: entrambi esercitano un’infl uenza enorme
sul modo in cui L.A. si sviluppa. Per esempio, qui fi no
a poco tempo fa si poteva ancora guidare parlando al
cellulare e questo, pare, per consentire ad attori, registi
e produttori di andare in giro facendo affari dalle loro
auto scoperte!
È facile incontrare un divo?
Per la strada no, alle feste sì.
In che cosa sono diverse Palermo e la città degli
angeli?
Palermo è un concentrato di arte, culture e storia, tre
cose che a Los Angeles non esistono. Ed è bagnata
dal mare più bello del mondo con cui la gente ha
un rapporto di amicizia straordinario, mentre a L.A.
l’oceano è vissuto quasi come un’entità estranea e
minacciosa.
E per quello che riguarda il mondo dell’arte
contemporanea?
Qui a L.A. è tutto più rilassato e provinciale.
Incredibilmente, se si considera quanto grande,
popolosa e conosciuta sia la città. A differenza di altri
grandi centri, il collezionismo non gioca un ruolo così
importante e anche i musei e le gallerie hanno un non
so che di atipico. Per un artista è un luogo ideale per
produrre, ma non per far carriera. D’altronde è una
città di confi ne lontanissima fi sicamente e idealmente
dai centri che contano. L’Italia è al centro del mondo
dell’arte, geografi camente e culturalmente. Basti
pensare all’enorme infl uenza che i nostri artisti hanno
da sempre. Palermo, nonostante sia ai margini, è pur
sempre nel centro del Mediterraneo, a due ore di volo
dai luoghi che contano. Ed è sempre più una città di
tendenza, dove si lavora abbastanza bene in termini di
produzione.
Non capita tutti i giorni di essere invitato alla
Biennale di Venezia. Che cosa presenti?
In realtà espongo contemporaneamente due affreschi
gemelli alle Biennali di Venezia e di Praga. Il mio
lavoro è fatto da un lungo processo di stratifi cazioni
e cancellazioni, è una ricerca di ordine nel caos.
Racconto me stesso, i miei ricordi fatti di continui e
improvvisi viaggi senza una meta, di case stracolme
di piante e di mobili: piccoli equilibri precari sia
visivamente sia emotivamente, che se rotti si
trasformano in qualcos’altro altrettanto interessante e
affascinante.
Nessun commento:
Posta un commento